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La rivoluzione energetica è in corso ed è destinata ad accelerare nei prossimi anni. Roberto Fracassi di MainStreet Partners dà alcune indicazioni per capire meglio il passaggio alle energie rinnovabili

 

 

Il 30% dell’energia prodotta in Europa arriva da fonti rinnovabili secondo l’Istat. Un dato importante che segna il passo avanti netto rispetto a qualche anno fa.

«Negli ultimi decenni il settore energetico è stato protagonista di una vera e propria rivoluzione»

commenta Rodolfo Fracassi, amministratore delegato e co-fondatore di MainStreet Partners. Il beneficio, oltre che sul fronte del miglioramento ambientale e della salute delle persone, è anche economico.

Tuttavia chi approccia il settore in ottica di investimento deve tenere conto della sua eterogeneità.

A fronte di aziende che hanno sempre operato nel campo della sostenibilità e che possono essere definite player puri nel settore delle energie pulite e rinnovabili, vi sono quelle che hanno intrapreso un percorso di transizione energetica.

Tra le prime Fracassi inserisce Vestas, azienda danese leader globale in termini di soluzioni per la creazione, sviluppo e installazione di turbine eoliche, con la maggior quota di mercato nell’industria. A oggi ha installato turbine che producono 101 GW, rispetto ad un totale mondiale di 591 GW.

C’è poi chi ha già portato a termine il percorso di trasformazione energetica. L’italiana Erg ne è un esempio.

«Erg è la principale società italiana attiva nell’eolico e solare e si sta espandendo in altri Paesi europei» spiega Fracassi.

Insieme con la danese Orsted è l’esempio di società che in precedenza avevano un business legato all’oil & gas ma che hanno dismesso queste operazioni per passare alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

“Entrambe hanno deciso di rifinanziarsi tramite l’emissione di green bond e hanno saputo spiegare in modo chiaro il punto di partenza e la direzione della loro trasformazione tramite una comunicazione trasparente ed efficace”.

Fanno parte del terzo gruppo, quello che ha intrapreso ma ancora non ha completato la transizione, Bp e Total.

“La prima ha annunciato che ridurrà la propria impronta ambientale, fissando degli obiettivi ambiziosi da raggiungere nel 2025, come la riduzione delle emissioni di gas serra a 3,5 milioni di tonnellate.

Total ha dichiarato che i suoi asset green potrebbero raggiungere il 25% del totale nel 2035″.

Secondo Fracassi per investire in questo settore:

“è importante affiancare alle società puramente green quelle che hanno compiuto la transizione energetica e quelle che hanno iniziato il percorso e potrebbero essere i leader del futuro.

È però necessario compiere un’attenta analisi degli obiettivi dichiarati e dei risultati raggiunti da tali aziende per mantenere una forte coerenza rispetto alla connotazione di sostenibilità del portafoglio”.

“Inoltre, è necessario monitorare con attenzione le azioni e le dichiarazioni da parte delle aziende in ambito di sostenibilità, cercando di capire se (e come) le aziende che non lo sono, vogliono diventare green“.

 

Fonte: WSI