Il crescente aumento di impianti di generazione elettrica da Fonti Rinnovabili, ha determinato in questi anni un impatto sempre più tangibile sui processi del Dispacciamento dell’energia elettrica. Al fine di favorire il massimo sfruttamento della generazione da fonti rinnovabili e garantire, al contempo, un incremento dei margini di sicurezza di gestione del Sistema Elettrico, Terna ha individuato nell’accumulo dell’energia una delle possibili soluzioni al problema, pianificando l’installazione di nuove tecnologie di accumulo connesse alla Rete di Trasmissione Elettrica Nazionale (RTN).
L’innovatività legata all’utilizzo di tali sistemi ha portato Terna ad avviare una prima fase di sperimentazione, avente come obiettivo la realizzazione di due progetti pilota, necessaria per testare e validare l’utilizzo dell’accumulo elettrochimico a livello “utility scale”. I risultati della sperimentazione svolta da Terna consentiranno, infatti, di individuare potenzialità e margini di miglioramento dell’accumulo a batterie, favorendo lo sviluppo di filiere di sistemi e soluzioni innovative volte all’integrazione di nuove funzionalità di rete e all’ottimizzazione di quelle esistenti.
La localizzazione e la progettazione delle opere è stata sviluppata tenendo in considerazione un sistema di indicatori sociali, ambientali e territoriali, che hanno permesso di valutare gli effetti della pianificazione elettrica nell’ambito territoriale considerato, nel pieno rispetto degli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, della protezione della salute umana e dell’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.
Ciascun assemblato batterie da 1,2 MW è costituito da 40 moduli batterie NAS. Il modulo batterie NAS è costituito da 224 celle elettrochimiche di tipo sodio-zolfo, elettricamente connesse in serie e parallelo al fine di stabilire una tensione nominale di 32 V al 100% dello stato di carica e potenza nominale 30 kW. Ciascuna cella utilizza sodio e zolfo come materiali attivi per la realizzazione degli elettrodi, ed un materiale ceramico (β-allumina) come elettrolita solido, idoneo a garantire il flusso di ioni sodio tra i due elettrodi. All’interno di ogni modulo sono presenti dei riscaldatori (resistenze elettriche) che hanno la funzione di mantenere la temperatura interna delle celle a valori compresi tra i 290 ÷ 350 °C, necessaria al corretto funzionamento delle stesse.
Dopo una fase provvisoria di esercizio e tuning con presidio in sito durata l’intero anno 2015, i tre impianti pilota sono attualmente in esercizio in teleconduzione da remoto. Le funzionalità sviluppate per la conduzione e l’asservimento ai servizi di rete delle unità di accumulo permettono non solo di telecondurre e controllare da remoto gli impianti al fine di massimizzare gli obiettivi primari attesi, ma anche di contribuire efficacemente al mantenimento dei livelli di sicurezza per la Rete Elettrica Terna Nazionale.
Fonte: Terna