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Vi proponiamo un breve vademecum sui costi e benefici di una manutenzione programmata realizzata ad hoc sui vostri impianti. Iniziamo da alcuni punti fondamentali.

  1. a.       Esiste una garanzia per gli impianti fotovoltaici? Se sì, qual è la sua durata e cosa prevede?
  2. b.       Siamo diffidenti riguardo la redditività dell’impianto nel tempo: come si può quantificare su una durata di circa 20 anni   di un impianto medio?
  3. c.       Ci sono fattori particolari che possono sostenere la redditività negli anni?
  4. d.       Parlando di manutenzione, a parte la pulizia e il controllo annuale, ci sono altri accorgimenti da seguire per avere un impianto efficiente? I costi di manutenzione sono coperti da una garanzia o sono spese extra da sostenere?
  5. e.       Ultimo dettaglio: dopo gli anni di attività, come verrà gestito lo smaltimento? Chi se ne farà carico? E i costi?

a. I moduli sono garantiti per 20/25 anni sulla producibilità, non dall’installatore, ma direttamente dal produttore. Nello specifico, garantiscono una perdita massima del 20% di redditività in 25 anni (comunque raramente la perdita scende sotto il 20%). Dopo i 25 anni, l’impianto è redditizio ancora per ben l’80%, quindi si parla sempre di valori in positivo.

Gli inverter invece hanno una garanzia standard di circa 3-5 anni, estendibile fino a 10.

In più c’è la garanzia di 2 anni dell’azienda installatrice, che risponde del corretto montaggio e funzionamento per i primi 24 mesi.

Inoltre c’è la possibilità di assicurare il proprio impianto fotovoltaico contro eventi meteorologici di particolare intensità, danni vandalici etc.., il tutto per una spesa di circa 200 euro all’anno, per impianti medi.

b. Come spiegato sopra, più o meno la perdita di redditività non supera il 20% in 25 anni, se accade, l’azienda produttrice dovrà risponderne! Ricordiamo infatti che ci sono impianti in esercizio da più di 20 anni che stanno performando meglio delle attese e i loro decadimenti prestazionali sono stati addirittura minori di quelli previsti e garantiti.

c. Tutti gli installatori e i produttori si rifanno a valori di irraggiamento e produttività degli impianti pubblicati su tabelle internazionali, quindi sulla redditività regionale sono affidabili. Certo, per consentire all’impianto di fare il suo lavoro e produrre elettricità al massimo, le sue componenti devono essere controllate e pulite annualmente, in modo da captare l’irraggiamento senza ostacoli.

d. L‘unica manutenzione da fare annualmente è il controllo di efficienza dell’impianto e la pulizia di moduli e inverter. Solitamente ci si accorda con l’azienda installatrice, ma ovviamente si è liberi di organizzarsi in modo autonomo, soprattutto se si ha la fortuna di conoscere qualcuno che se ne intende! I costi comunque sono contenuti, dato che si parla di circa 120 euro l’anno per avere un controllo direttamente dei tecnici installatori. Questa soluzione ha il beneficio ulteriore di rilasciare dopo il controllo un certificato di corretta manutenzione, così, se dovessero verificarsi in futuro guasti o problemi vari, la garanzia sarà applicata senza discutere, data la certezza della manutenzione avvenuta.

e. E’ utile ricordare che gli impianti fotovoltaici sono composti per la maggior parte da silicio, materiale assolutamente riciclabile, quasi tutti i pannelli riportano infatti il logo “PV RECYCLE”. I materiali di cui è composto l’impianto verranno quindi separati e smaltiti come materiali nobili. Chi se ne farà carico? Il proprietario dovrà semplicemente contattare una delle aziende che si occupano proprio del recupero di impianti fotovoltaici, ad un costo davvero simbolico (giustificato dal guadagno che le stesse società trarranno dal riutilizzo dei materiali). Attualmente si parla di un euro a modulo (un impianto medio ha 14 moduli, quindi la cifra sarebbe davvero bassa) senza contare che in futuro il business del riciclo crescerà in questo senso, quindi è probabile che i prezzi di smaltimento e recupero diminuiscano ancora.

Ricordiamoci infatti che il silicio è una tecnologia pulita, non come l’Eternit, materiale nocivo e pericoloso, per il cui smantellamento servono procedure più complesse,  quindi più costose.  (tratto dall’articolo da Dutto-Mainini per Ambiente ed Energia)

Aggiungiamo inoltre una domanda relativa al monitoraggio, per capire bene l’importanza di questo servizio. Quanto influisce il monitoraggio nel piano di manutenzione? E soprattutto, quanto è utile per un ritorno dell’investimento del cliente? Risponde Stefano Gigli, Responsabile dei sistemi di monitoraggio e Socio della O&M Green Service s.c.

Il sistema di monitoraggio è fondamentale per una serie di fattori.

Prima di tutto chi investe in un impianto di produzione vuole sapere in qualsiasi momento come sta andando il Suo investimento. Questo vale in ogni settore, soprattutto nel fotovoltaico. E’ quindi fondamentale che l’impianto fotovoltaico comunichi in tempo reale i dati di produzione istantanea: così si potrà capire se l’impianto sta andando al massimo delle sue possibilità oppure ha qualche problema. Nel caso in cui l’impianto non stia producendo al 100%, prima si interviene e minori saranno le perdite di produzione.

Inoltre nel monitoraggio vengono indicati i valori di produzione mensile da inserire nel portale del GSE per i contributi e quelli fiscali per la compilazione del registro dell’Agenzia delle Dogane. Senza contare la necessità di fornire alla Compagnia di Assicurazione la prova certa della produzione che si è persa a causa di un sinistro.

Ma non basta: probabilmente il responsabile finanziario di una azienda vorrà anche controllare le produzioni storiche e confrontarle con quelle previste nel contratto di vendita sulle quali “poggia” l’equilibrio finanziario dell’investimento.

Insomma, direi che un investimento finanziario importante merita il “migliore cruscotto possibile” per non lasciare nulla al caso.

“Se puoi misurarlo puoi migliorarlo”. Questo aforisma sembra scritto apposta per il nostro lavoro. Infatti soltanto avendo tutti i numeri di energia, irraggiamento e temperatura perfettamente misurati nel tempo potremo correlarli tra loro per capire se sia possibile migliorare ancora la produttività.

Noi cerchiamo sempre di personalizzare il piano di manutenzione per il singolo impianto. Sto pensando alle date previste per la pulizia dei moduli che variano da impianto a impianto a seconda di fattori ambientali diversi; per esempio un impianto a terra a Treia avrà di certo esigenze diverse da un impianto su un capannone industriale vicino la costa; si pensi alle diverse temperature, alla neve, alla salsedine, etc.

Per concludere dire che la manutenzione non è una attività facilmente standardizzabile perché non esisteranno mai due impianti identici, possono semmai assomigliarsi, ma ognuno avrà un suo “carattere” particolare che noi dobbiamo conoscere a fondo per “spremere” al massimo le sue potenzialità attraverso interventi specifici. In questo processo disporre di un sistema di monitoraggio “al top” aiuta a fare la differenza tra una manutenzione generica ed una mirata.